ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Non esiste alcun golfista al mondo che, giocando una gara, sia felice di trovare il proprio campo martoriato da lavori di mantenimento, che questi riguardino i tee di partenza, la rizollatura dei fairway o, per esempio, la lavorazione dei bunker intorno al green. Ma fra tutti questi “inconvenienti”, quello che senza dubbio ci disturba maggiormente è trovare i green “carotati”. Ma cosa spinge lo staff del campo a bucherellare in quel modo i green, rendendo impensabile un qualsivoglia rotolo regolare della palla e vanificando ogni nostro tentativo di birdie?

Ben lungi dall’essere un diabolico complotto escogitato dai greenkeeper come vendetta nei nostri confronti per le zolle non rimesse a posto e i pitchmark non alzati, la “carotatura” è un trattamento che, nel lungo periodo, porta benefici straordinari ai green. Quei piccoli buchi agevolano l’aerazione del terreno, necessaria per evitare che, nell’arco di qualche anno, il green muoia.

Il principale obiettivo della carotatura è mantenere il terreno in buone condizioni con il passare del tempo, prevenendo il deteriorarsi delle zolle a causa delle avversità climatiche. Grazie ad una regolare carotatura, i green guadagnano salute e longevità, il che, ovviamente, è un bene anche per noi giocatori.

Gli addetti al campo, a differenza nostra, sono attenti a ciò che accade sotto la superficie, piuttosto che sopra. Sanno che, perché l’erba cresca correttamente, è importante che le radici siano opportunamente rifornite di ossigeno, e la carotatura è il sistema migliore per farlo. Altro, fondamentale beneficio di questo processo è prevenire la compattazione del terreno dovuta al nostro peso, che il green sopporta quotidianamente. Quando il terreno si compatta, infatti, forma uno strato stagnante, completamente incapace di drenare l’acqua. Ecco il motivo per cui in alcuni campi bastano poche gocce di pioggia perché i green si allaghino. In ultimo, la carotatura permette allo staff del campo di inserire nel terreno i fertilizzanti necessari al suo trattamento, e ne favorisce la dislocazione, ossia la diffusione nel substrato.

Sfortunatamente, la carotatura si rende necessaria proprio all’inizio della stagione, quando noi golfisti vorremo sfogare mesi di inattività nei nostri circoli. Questa tempistica è però necessaria perché il campo sia al meglio nei mesi caldi (in tutti i sensi) della stagione.

La prossima volta che il vostro putt saltellerà fuori dalla buca, quindi, cercate di non prendervela. Per quanto fastidioso nell’immediato, questo processo contribuisce a mantenere i nostri green belli e sani nel lungo periodo.

 

 

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