ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Il golf piange un altro suo grande campione. Una sorta di re per la sua Australia, non ce ne voglia Arnold Palmer, diventato senza ombra di dubbio il più forte giocatore che il continente australiano potesse avere.

Peter Thomson è morto ieri all’età di 88 anni nella sua casa di Melbourne, circondato dalla sua famiglia dopo quattro anni di lotta irrefrenabile contro il Parkinson.

Un altro pezzetto di storia del golf che se ne va e che porta con sé innumerevoli record e incredibili vittorie.

Thomson è il giocatore che i campioni di oggi come Jason Day hanno come esempio, per portare in alto la bandiera del loro paese ogni volta che scendono in campo.

È stato il primo giocatore nella storia del golf australiano a vincere il The Open Championship e l’unico insieme all’americano Tom Watson, a conquistarne ben cinque in carriera nell’arco di 12 anni.

Un amore per il Major inglese, che l’ha portato anche a ottenere il primo o il secondo posto per sette anni consecutivi.

La sua splendida carriera non si è certo fermata qui, lasciando il segno anche sul Senior Tour.

Qui ha vinto ben nove volte nel 1985, stabilendo un record che forse non sarà mai interrotto.

Thomson era molto attivo anche nelle istituzioni del golf, avendo presieduto la PGA Australiana per ben 32 anni.

Durante il suo lungo mandato, ha contribuito a costruire percorsi e a sviluppare il golf per tutta l’Australia così come nel mondo intero.

Del resto, non bisogna dimenticare che proprio lui contribuì alla fondazione dell’Asian Tour e  che presiedeva la Odyssey House per la riabilitazione di tossicodipendenti.

Ha collaborato con diversi giornali australiani per più di 60anni, scrivendo di golf e diventando patrono della Australian Golf Writers Association.

Vincitore di 89 vittorie in carriera, come gli anni che avrebbe compiuto tra due mesi, nel 1979 venne fatto comandante del British Empire Order per i suoi meriti nel golf e nel 2001 funzionario dell’Order of Australia per i suoi contributi da giocatore e cittadino.

Ha vinto l’Arnold Palmer Award, sei vittorie sul PGA Tour, 33 sul Tour australiano e nel 1988 entrò a far parte di diritto della World Golf Hall of Fame.

Un grande di altri tempi, sia nella vita che sul campo. Da qualche giorno, il firmamento del golf ha in cielo una stella in più.

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