Due addii da brivido, sul green della 18: prima Nick Faldo, che, per l’occasione, ha indossato lo stesso pullover del 1987, anno della sua prima vittoria a Muirfield; poi l’immenso Tom Watson, salutato con interminabili standing ovation a tardissima ora da un pubblico intirizzito e ormai meno folto di quanto la circostanza avrebbe meritato. Nessuno sport come il golf sa celebrare i suoi campioni del passato con tanta intensità, senza tener conto della nazionalità.
E nessuno sport, forse, è più spietato del golf nel precipitare agli Inferi i suoi Dei. La discesa repentina di Tiger dalle stelle del dominio mondiale alle stalle dei tanti tagli mancati continua qui a St Andrews: un’altra brutta giornata di errori, approcci sbagliati, drives fuori pista. La sospensione per oscurità l’ha colto alla 11 sul +5 totale, malinconicamente avviato al taglio in un turno senza birdies: lo stop è sembrato il gong che soccorre il pugile alle corde. E stavolta Tiger è proprio alle corde, se non addirittura k.o. Tecnico, quantomeno.