ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Lo sapevamo già: Shinnecock Hills è uno dei percorsi più difficili al mondo.

Ma forse nessuno si sarebbe aspettato di avere un leaderboard, dopo il primo giro di gara, con 151 giocatori (su 156) ad aver chiuso sopra il par.

Brutale, terribile e lungo, molto lungo. Lungo il percorso, lunga la giornata da affrontare.

Shinnecock Hills ha vinto lui dopo il primo giro dello US Open, insieme al suo vento, arrivato a soffiare fino a 50 Km/h.

Non sono bastati i tentativi fatti dalla USGA per rendere il percorso meno complicato.

Non sono bastati i cambi di alcune pin position così come il rallentare i green. 

Nonostante il percorso soft di Erin Hills lo scorso anno, siamo ormai abituati a campi impossibili come sedi dell’Open americano.

Ma Shinnecock Hills ha fatto le cose davvero in grande. 

“Le buche in cui avevo difficoltà, è già tanto essere riusciti a fare bogey,” ha dichiarato Charley Hoffman dopo aver chiuso con un 71 per un + 1 di giornata.

“I bogey erano l’unica cosa da chiedere e da ottenere.”

Molti giocatori avrebbero tanto sognato di chiudere le buche in bogey.

Lo avrebbe voluto Jordan Spieth alla 11, sua buca 2, che anziché fare bogey, al par 3 ha disperatamente chiuso in triplo.

Lo avrebbe voluto anche Tiger Woods, che alla buca uno ha fatto anch’egli triplo, partendo con un giro totalmente in salita.

Ma forse, quello che avrebbe desiderato più di tutti fare bogey a tutte le 18 buche, è Scott Gregory.

Se così fosse stato, avrebbe chiuso con uno score finale in 88 colpi, anziché lo sfortunato 92 con cui ha iniziato. 

“Sono felice che sia finita”, ha affermato Justin Rose a fine gara.

E il sentimento è stato condiviso davvero da tutti gli altri suoi compagni. 

Nonostante il malumore generale a causa del vento, tutti i campioni in gara erano d’accordo su una cosa: la gestione della USGA è stata eccellente. 

Il ricordo di tutti era rivolto al 2004, quando i green erano ingiocabili a causa dell’alta velocità, e la USGA dovette innaffiarli provocando il problema contrario.

L’organizzazione ieri non è precipitata e da questo punto di vista c’è stato un lungo sospiro di sollievo. 

“Bisogna dare credito a quanto fatto dalla USGA e da Mike Davis nella giornata di oggi,” ha affermato  Charles Howell.

“Ero qui nel 2004 e mi porto ancora delle cicatrici da quello U.S. Open. Ma oggi hanno fatto un ottimo lavoro.”

Le previsioni per la giornata di oggi e per i prossimi giri saranno certamente migliori di ieri. Non ci vuole molto, vero.

Ma vento o non vento, Shinnecock Hills e i suoi green sapranno comunque dare del filo da torcere a tutti.  

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