ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Fotografia di Cristiana Casotti

Cara Ale,

                adesso te lo posso dire.

L’altro giorno, circa un mese fa ti ho chiamato perché ho avuto paura. Mi avevano detto che non stavi bene e che la situazione non sembrava migliorare. Qualche volta quelle telefonate si fanno per egoismo, la mia era più volta alla speranza e voleva togliere un po’ di ombra alla tua giornata. E poi, come ho detto prima e non mi nascondo, avevo paura di non sentirti più. Ti ho trovata allegra e come sempre gentilissima. Mi hai chiesto persino scusa se non hai potuto rispondere velocemente perché eri a letto, pensa te.

Ti voglio dire che eri brava, avevi capito il golf in una maniera nuova e sincera e più ti sentivo fare la telecronaca più c’era qualcosa di interessante, quasi sensuale. All’inizio la gente è rimasta scioccata da questa voce squillante, stavi rompendo degli schemi. Poi piano piano iniziavano a chiedere con tono curioso “ma chi è quella…”.

…Piacevi (soprattutto agli uomini)… e sei stata una giornalista curiosa e puntuale che ingentiliva i duetti televisivi.

Ti ho conosciuto di persona nel 2011, quando sei entrata in sala stampa dell’Open d’Italia. Ero un po’ teso perché la “Caramico” era seduta dietro di me. Ad un certo punto mi fai: “Topino, senti, non ci siamo ancora presentati.” Ero felicissimo di scambiare due parole con te e ti posso dire che la simpatia che ho provato è stata immediata. Da quel giorno abbiamo parlato spesso e ci siamo confrontati sul golf ed ho apprezzato quanto con te non esistessero barriere professionali, di età, di partito. Si lavorava nel golf e quindi ci si voleva bene.

Ecco è questo che secondo me hai lasciato a tutti noi, la tua purezza professionale e l’amore per il tuo lavoro e per i tuoi colleghi.

La dignità per la tua malattia è stata totale. Non nascondevi nulla e affrontavi sempre il discorso sulla tua salute, eliminando per prima quella barriera di vergogna della prima domanda, tipica, di ogni interlocutore : “come stai?”.

Ma oggi, quel terribile male, che tempo fa sembrava avessi sconfitto, ti ha portato via a 49 anni. Non è giusto e ci lasci sgomenti. Direi anche arrabbiati con la vita che qualche volta sa essere difficile da accettare.

Ciao Ale,
grazie dei tuoi sorrisi.

Adesso ti lascio andare con la tua famosa borsa sulla spalla e il passo veloce.

Topino

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here