ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Non c’è solo Conte a dire improvvisamente addio con gli occhi lucidi, chiamandosi fuori a sorpresa dal proprio lavoro. Anche Francesco Molinari, tra una buca e l’altra dei suoi giri di prova qui a Hoylake, ha una storia incredibile da raccontare. Una storia di dimissioni improvvise di cui lui però è la vittima, non il protagonista.

“Dopo aver mancato il taglio ad Aberdeen – racconta Francesco – ho dato appuntamento qui domenica a Jason Hempleman, il mio caddie, per il primo giro di prova. È arrivato puntuale e pronto, maglietta e bermuda, ma con una faccia un po’ strana. Aspetta, Francesco – mi ha detto – we have to talk, dobbiamo parlare. Ci siamo seduti al bar e all’improvviso mi ha confessato che non ce la faceva più e che aveva deciso di dimettersi. Son rimasto di sasso. Gli ho chiesto se fosse sorto qualche problema tra noi, ma lui me lo ha assolutamente escluso. Ha detto semplicemente che non ce la fa più a star lontano tanto tempo da casa, dalla moglie, dai figli. Era sincero, infatti non passerà a un altro giocatore. Ha detto che si cercherà un altro lavoro che gli consenta di vivere di più in famiglia”.

“È stato davvero un fulmine a ciel sereno – continua Francesco – e ho dovuto trovare subito una soluzione d’emergenza. C’era libero Nick Mumfordon, che lavora con Anders Hansen e questa settimana era a disposizione. Mi trovo bene con lui. Gioco questo Open, poi vediamo”.

Accanto a Chicco, nel giro di prova, c’era Matteo Manassero. Anche per lui un caddie diverso dal solito, ma non certo nuovo: Alberto Binaghi, il suo coach, per riproporre l’esperienza vissuta insieme al British Amateur e all’Open Championship di Turnberry 2009, concluso, da dilettante, al 13° posto.

Come al solito, Alberto ha studiato con estremo scrupolo le buche e, in particolare, i green. Ma, contrariamente al caso clamoroso di Francesco Molinari, qui l’affiatamento non è da inventare: è collaudatissimo.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here