ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Il golf sembra avere un problema con la distanza. Non è una novità che si discuta su palline troppo perfromanti e su percorsi troppo lunghi. Jack Nicklaus ha spesso sollevato il problema e non da ultimo a dicembre Tiger Woods ha rilasciato un’intervista in cui chiedeva indirettamente alla USGA di intervenire.

Ora, sembra che quel momento sia finalmente arrivato.

L’executive Director della USGA, Mike Davis, ha affrontato il problema della distanza nella giornata di sabato durante l’incontro annuale dell’organizzazione.

“Non pensiamo che continuare ad aumentare la distanza faccia bene al gioco,” ha dichiarato Davis, riferendosi a come i percorsi stiano continuando ad espandersi. “Abbiamo seguito la crescita di questo fenomeno passo dopo passo. Cosa ha portato di buono?”

Davis non ha però menzionato alcun fattore che abbia portato all’aumento della distanza e ha anche sottolineato che il problema non è nuovo al mondo del golf. Ha ricordato come le battaglie sulla distanza abbiano tenuto banco in tutti gli incontri della USGA dal 1920 ad oggi, anche se ora sembra sia necessaria una via d’uscita.

Già, proprio così. Una soluzione, di cui però sabato non si è parlato e che non si sa come ottenere.

Se già in passato Jack Nicklaus era visto come un giocatore incredibile, in grado di tirare veramente lungo grazie alle palline di cui era in possesso, ora si parla di attrezzatura ancor più performante.

Qualsiasi regola, volta a limitare la tecnologia utilizzata nei bastoni o nelle palline, causerebbe una rottura con le compagnie che li producono. Ma il problema della distanza minaccia ogni sfaccettatura del golf e ogni livello. Dal professionismo maschile a quello femminile, passando per il mondo degli amateur.

Non c’è solo l’attrezzatura, perché come conseguenza anche i percorsi sono cambiati diventando sempre più lunghi.

“Un esempio scioccante potrebbe essere il Shinnecock Hills, sede del prossimo US Open che verrà giocato su più di 6767 metri,” ha affermato Davis. “122 anni fa, durante lo US Open del 1896, provate a indovinare quale fosse la lunghezza di Shinnecock Hills. 4044 metri. Ora, non voglio vedere dei titoli di giornale la prossima settimana che affermano che la USGA sta proponendo di tornare a giocare con gli hickory o con le palline in gutta percha. Ma questi dati vi fanno riflettere su come saranno i percorsi in un futuro se continuiamo in questa direzione.”

Un futuro in cui i giocatore ottengono ottimi score grazie alle loro capacità e al loro talento. E soprattutto, senza fare affidamento solo sull’attrezzatura e sulla tecnologia.

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