Sono tre i ponti sul percorso: l’Hogan Bridge alla 12, che gli fu dedicato per commemorare il record di 274, ottenuto nel 1953; il Nelson Bridge sotto il tee della 13, che ricorda la sequenza birdie-eagle ottenuta nel 1937 grazie alla quale vinse il Torneo; e il Sarazen Bridge al green della 15, che fu eretto in memoria dell’italo americano nel ventesimo anniversario dell’albatross del 1935.

Nel 1997 nasce la stella di Tiger Woods. L’allora 21enne diviene il più giovane vincitore di sempre, facendo registrare anche lo score più basso su 72 buche (270) e il più ampio margine di vantaggio (12 colpi).

Gli accoppiamenti non sono stabiliti per estrazione, ma per decisione del Comitato Organizzatore

Ogni vincitore dona al circolo un suo bastone. Nel 2010 Mickelson regalò il ferro 8 con il quale realizzò i birdie alla 12, 16 e alla 18; mentre Tiger nel 1997 donò il driver. Ogni oggetto viene poi esposto in club house.

Ogni vincitore del Masters diventa automaticamente socio onorario dell’Augusta National.

Il Masters del 1987 si decide in un playoff tra “Davide” (Larry Mize) e due “Golia” (Greg Norman e Seve Ballesteros). Alla 11, seconda buca di play-off, Mize manca clamorosamente il green a destra, ma imbuca un indimenticabile approccio da 40 metri per il più sorprendente dei trionfi.

Ben Hogan, nel 1952, istituì la consuetudine del “Masters Club”, ovvero della cena del martedì sera nella quale si riuniscono tutti i vincitori delle passate edizioni e per la quale il campione uscente sceglie il menu.

 

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