ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Presi come siamo dalle gesta dei professionisti, alle volte ci dimentichiamo degli amateur.

E invece i nostri ragazzi e le nostre ragazze meritano davvero di essere seguiti con attenzione, perché stanno ottenendo grandissimi risultati.

Fra i ragazzi, Federico Mazzoli e Lorenzo Scalise, grazie al loro eccellente rendimento nel campionato americano dei College, si sono entrambi qualificati per la Palmer Cup, una specie di Ryder che mette di fronte i più forti studenti giocatori USA contro il Resto del Mondo.

Quella Coppa, voluta dal grande Arnie, ha lanciato negli anni alcuni dei migliori giovani, diventati poi protagonisti sul PGA Tour. Mazzoli ha, fra l’altro, una vittoria, mentre Scalise ha collezionato tre top-three.

Andiamo avanti: Manzoni ha ottenuto un top 10 nella Sherry’s Cup, uno dei tornei internazionali più importanti ed è risultato il miglior dilettante al Rocco Forte Open; Andrea Romano ha vinto gli Internazionali d’Italia e gli Internazionali di Francia Boys, ottenendo anche un top 10 agli Internazionali di Portogallo.

Pietro Bovari è stato finalista agli Internazionali di Francia e ha vinto il Campionato Italiano Boys match play e l’Amateur match play.

E le ragazze? Una serie di risultati recenti semplicemente eccezionali.

Ne elenco alcuni: Letizia Bagnoli ha vinto gli Internazionali del Portogallo, è stata semifinalista a quelli di Spagna e terza pari merito agli Internazionali d’Italia con Alessandra Fanali che, a sua volta, è arrivata ai quarti di finale del British Ladies Championship.

Poi: Roberta Liti ha vinto il “Ping Invitational” negli Stati Uniti; Charlotte Cattaneo si è aggiudicata l’English Under 14 stroke play; Alessia Nobilio è arrivata seconda in Canada e agli Internazionali di Francia (dove abbiamo avuto otto giocatrici nelle prime 32) ed è stata finalista agli Internazionali di Spagna; Caterina Don ha ottenuto un bellissimo terzo posto al German Girls.

E, infine, abbiamo avuto dieci giocatrici che hanno passato il taglio agli Europei individuali, di cui due hanno concluso fra le prime 10.

È una sequenza di dati che fa impressione. Una gran bella impressione, davvero. Sono risultati straordinari, val la pena di rammentarlo per l’ennesima volta, specie se rapportati alla base esigua dei nostri praticanti.

Questi ragazzi e queste ragazze si sono confrontati con i migliori giovani del mondo, in gran parte espressione delle scuole golfistiche di Paesi di grandissima tradizione, che “pescano” i loro atleti da un vivaio enormemente più popolato del nostro.

Hanno vinto tanto e tante altre volte si sono piazzati fra i primi.

È la certificazione del buon lavoro che stanno svolgendo i nostri tecnici federali. Non è un fatto di benevolenza nei confronti di Alberto Binaghi e Massimo Scarpa (per i ragazzi) e Roberto Zappa (per le ragazze) che sono colleghi e amici con cui, posso dire, sono cresciuto insieme.

Si tratta di dati obiettivi inconfutabili.

È da questa base che dobbiamo sperare di veder nascere i nuovi Molinari, Manassero, Luna eccetera pur sapendo bene che quelli fra loro che decideranno davvero di intraprendere la carriera professionistica dovranno affrontare un ulteriore, impegnativo salto di qualità.

Sarebbe davvero un peccatose le difficoltà di bilancio che in questi anni non facili la Federgolf patisce, come tante altre Federazioni sportive, costringesse a ridurre i finanziamenti per l’attività giovanile.

È da lì che può nascere la continuità con i campioni professionisti di oggi, già autori, loro, di un piccolo miracolo nel misurarsi con successo con i colleghi che sono espressione delle migliori scuole del mondo: da quella britannica a quella americana, dalla nord europea alla spagnola all’asiatica (che guadagna sempre più spazio).

In questi giorni che ci riportano a vivere le emozioni dell’Open d’Italia, non dobbiamo dimenticarci di loro.

Sono il futuro. E se sapremo seguirli bene, ci regaleranno un futuro radioso.

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