Due vittorie sul PGA Tour nella stessa stagione rendono autorevolissimo ogni giocatore. Se poi una di queste due affermazioni è il Masters, che da solo vale una carriera, quel giocatore diventa un’icona. Ma se quel giocatore è già un’icona, allora diventa “incredibile”, “eterno”, “inimmaginabile”, “straordinario”, “infinito” e così via, come è successo sui social, impazziti nel momento in cui Tiger Woods ha chiuso con il 27simo birdie lo Zozo Championship: trionfo “alla Tiger” (-19), secondo titolo stagionale e vittoria n° 82 in carriera. Vale a dire tante quante Sam Snead, che stabilì il suo record nel 1965 e che da 54 anni guardava tutti dal gradino più alto del podio delle affermazioni.

Ora il Fenomeno l’ha raggiunto in vetta, ma i numeri sono a suo favore: Tiger ha firmato il record a quasi 44 anni contro i 52 che aveva Snead quando siglò l’ultimo successo (Greater Greensboro Open): va da sé che tutti lo vedono già davanti, anche se nessuno lo dice. E l’interesse per questo sport esplode. Un po’ come è successo ad aprile, quando la quinta Giacca Verde sulle spalle della Tigre ridiede slancio a una questione mai sopita: il Fenomeno riuscirà a uguagliare (o, addirittura, a superare) le 18 affermazioni di Nicklaus nei Major? Se ne parla da anni; e persino durante le ultime stagioni un po’ così così di Woods la faccenda riemergeva con regolarità. Figurarsi ora, che Woods non è più soltanto il giocatore più forte di tutti i tempi (e questo già lo si sapeva), ma anche il più vincente, sia pur a pari merito.

E pensare che questa vittoria è sbucata alla chetichella: la vittoria di Augusta aveva riacceso gli animi del tifo, ma poi la stagione di Tiger Woods era rientrata in una normalità a singhiozzo, fino ad arenarsi nell’ennesimo intervento al ginocchio, che lo ha tenuto fermo dal BMW Championship di agosto scorso. Il rientro era atteso, la vittoria no. Un successo che peraltro gli ha fruttato un assegno di 1.755.000 dollari, premio che gli ha permesso di superare (altro record) il traguardo dei 120.000.000 di dollari guadagnati in carriera. Inoltre è arrivato anche il salto dal decimo al sesto posto nel World Ranking.

«Sono stato veramente fortunato ad avere una carriera di questo genere e sono quanto mai orgoglioso di aver affiancato un campione come Sam Snead», ha affermato Woods, sornione. Al punto che ha subito rilanciato la sfida: «Per quanto riguarda la mia attività, spero di continuare fino a quell’età. Se me lo avessero chiesto qualche tempo fa, quando addirittura pensavo che non sarei riuscito neanche a camminare normalmente, avrei dato una risposta diversa; ma ora sicuramente il futuro mi sembra più luminoso». I tifosi sperano, gli sportivi applaudono, il golf universale ringrazia: finché c’è il Fenomeno, questo sport rimane il più seguìto al mondo.

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