ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Dopo il sorprendente ritorno sulla scena alle Bahamas, le domande che si addensano sull’immediato futuro di Tiger Woods sono essenzialmente due.

La schiena, che non lo ha minimamente infastidito al rientro, reggerà a lungo termine, dopo aver subìto quattro operazioni?

E soprattutto: dove e quando giocherà ancora?

Alla prima, la risposta potrà darla solo il tempo: Tiger all’Hero World Challenge è parso perfettamente in controllo del fisico e del gioco, in tutti i settori, facendo meglio, sia pure in un torneo a 18 e senza taglio, di molti dei migliori giocatori del mondo.

Nel ringraziare i suoi colleghi per aver accettato l’invito a giocare della sua fondazione benefica, Tiger nel corso della cena di gala del mercoledì aveva suscitato una fragorosa risata dei presenti concludendo così: «E poi non sottovalutate che avrete l’occasione di giocare con il n° 1199 del mondo».

Questa era la posizione in classifica dell’ex Numero Uno dopo quasi due anni di sostanziale inattività. Il nono posto ottenuto al rientro gli ha fatto scalare 531 posizioni in un colpo solo, issandolo (si fa per dire) al n° 668.

Un po’ più su sono appollaiati, nel Ranking, illustri sconosciuti come, ad esempio, tali Chanachok Dejpiratanamongkol, Lukas Nemecz o Chiragh Kumar.

È chiaro che, se continuerà a giocare come al rientro, tornerà prestissimo fra i primi Cento e magari anche fra i primi Cinquanta.

Ma, ed eccoci al secondo quesito, dove e quando cercherà di dar seguito alla scalata del Ranking?

Per ora Tiger si è limitato a dire che il suo programma sarà costruito attorno ai Major, che sono il vero obiettivo di quel che resta della sua carriera.

L’ultimo lo ha vinto nel 2008, ma ha cumulato sufficienti esenzioni per essere ammesso a tutti e quattro a prescindere dalla classifica.

La cosa più probabile è di rivederlo in campo a fine gennaio a Torrey Pines e poi ancora fra California e Florida in preparazione al Masters.

Sempre che un allettante invito da parte degli Emiri non lo riporti anche a Dubai.

Da allora in poi arriveranno le risposte definitive sul suo futuro. Ma intanto è bastato rivederlo in azione, e competitivo, per scatenare di nuovo la Tiger-mania in tutto il mondo.

Inevitabile per una leggenda che, solo a dirne una, ha mancato solo 15 tagli in più di venti anni di carriera (Spieth, ad esempio, è già a 14), fra cui sei concentrati nelle ultime tre, soffertissime stagioni.

Di certo, organizzatori, reti televisive e pubblico sono in fibrillazione: perché comunque vada, il Golf con lui è un’altra cosa.

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