Di Gianni Davico
Alla 11, nessun giocatore mira alla bandiera senza ricordare ciò che Ben Hogan disse una volta:
Se mi vedrete sul green della 11 in due, saprete che ho mancato il mio secondo colpo.
Ancorché datato, The Making of the Masters di David Owen è un volume la cui lettura è imprescindibile per chi desidera conoscere a fondo e, per così dire, dal di dentro, la sto-ria e dell’Augusta National e del Masters.
Sì, perché l’autore ha avuto pieno accesso agli archivi del club e ha potuto conversare lungamente con tantissime persone coinvolte in prima persona nella vita del circolo.
Il risultato è una storia pienamente documentata, oltre che di assai piacevole lettura, di quello che fu il sogno di due persone, Bobby Jones e Clifford Roberts.
E pare incredibile, a leggere oggi, apprendere che il progetto dell’Augusta National fu a serio rischio di non decollare mai:
perché essendo nato negli anni immediatamente seguenti la Grande Depressione si trovavano pochissime persone disposte a pagare i 250 dollari di ingresso oltre alla quota annuale di 65 dollari.
Degno di nota anche il fatto che dei numerosi lotti immobiliari pre-visti solo uno fu effettivamente venduto (e poi ricomprato dal circolo stesso per abbattere la villa ivi presente, togliendo così a Roberts stesso un cruccio che per anni lo tormentò), come pure il fatto che durante la seconda guerra mondiale i fairway del circolo furono utilizzati per il pascolo delle mucche.
Storie che hanno dell’incredibile, ma sono vere e documentate.
In sostanza una lettura piacevole, scorrevole e a tratti dolceamara, come per esempio nei racconti degli ultimi anni di Bobby Jones e del suicidio di Clifford Roberts, per oltre quarant’anni il deus ex machina del club e del Masters.