ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Ho sempre, lungamente, sinceramente sperato di veder tornare Tiger Woods in campo perché, senza nulla togliere ai giovani leoni che oggi dominano la scena, il golf con lui era un’altra cosa.

Uno che, oltre a vincere tutto quello che ha vinto, mancava un taglio solo ogni paio d’anni (un esempio: dal 2006 al 2009, prima della “notte dell’idrante”, aveva messo insieme 25 vittorie su 54 gare, con altri 18 top ten e due sole eliminazioni), non può non mancare a chi ama questo sport.

Però, adesso che Tiger ha annunciato il suo “ri-ritorno” per il 30 novembre alle Bahamas, non posso nascondere che sono molto perplesso.

Sarà davvero in grado non dico di vincere, ma di tornare competitivo?

L’anno scorso, nello stesso torneo che è organizzato dalla sua fondazione, aveva prima illuso poi deluso. Il secondo giro in 65 aveva riacceso gli entusiasmi; il quarto giro in 76 li aveva smorzati.

I successivi impegni hanno purtroppo confermato la brutta impressione di quel 76, fino al ritiro dal Dubai Desert Classic dopo le prime 18 buche. Confesso, a quel punto, di aver pensato che i dolori fossero un alibi per nascondere la povertà del suo gioco.

Poi son venuti altri due interventi di microchirurgia, la lunghissima convalescenza, la guida in stato di semi-incoscienza da farmaci. Adesso, quindi, cosa dobbiamo aspettarci?

Parliamoci chiaro: è un’incognita grossa come una casa, quasi un mistero. Abbiamo visto tutti i video dei suoi chip, poi dei ferri, poi – finalmente – anche del driver. E va bene. Se ne deve dedurre che non avverte più dolore.

Ma, alla prova del campo, contro avversari fortissimi (anche se in un Invitational a 18 giocatori, quindi senza taglio), come reagirà il suo fisico? Sarà in grado di “sparare” dei colpi a tutta, come è ormai inevitabile confrontandosi con gente che tira stabilmente la palla a 300 metri?

E soprattutto: cosa passerà per la sua testa? Avrà più paura di non essere all’altezza o più voglia di sentirsi nuovamente grande? Nessuno ha risposte per queste domande.

Nemmeno lo stesso Tiger, ne sono sicuro. Siamo tutti un po’ combattuti fra il desiderio di rivederlo competitivo (perché è stato davvero troppo grande) e il timore di ritrovarcelo frustrato da un gioco non più all’altezza.

E anche in questo caso è stato troppo grande per appannare la sua immagine con un malinconico finale di carriera.

Comunque non resta che aspettare pochi giorni per una prima verifica. Sapendo però che non sarebbe del tutto probante né nel bene, né nel male.

Ci sarà anche Francesco Molinari fra i “grandi” invitati all’esclusivo torneo delle Bahamas.

Non deve far notizia. Ormai Chicco è stabilmente fra i grandi e lo ha dimostrato anche con la bella difesa del titolo all’Open d’Italia, pur frenata da qualche strano errore nelle prime 9 della domenica che gli ha impedito di restare in lizza per la vittoria.


Ma stavolta non è tanto di lui che voglio parlare. Credo infatti che meriti un’attenzione e un elogio speciali il modo in cui Nino Bertasio è riuscito a confermare la carta.

Non avendo raccolto per buona parte della stagione quello che il suo gioco avrebbe meritato, Nino si è trovato a dover rimontare posizioni su posizioni.

Lo ha fatto sottoponendosi a un tour de force quasi incredibile: dal 20 agosto al 22 ottobre ha giocato dieci tornei consecutivi, senza fermarsi mai. Ha mancato solo tre tagli, giocando sempre molto bene.

Avrebbe potuto mettersi tranquillo, per la Carta, già a fine settembre: dopo i primi due giri in 65 al Portugal Masters era in corsa per la vittoria. Un doppio 71 nel week-end lo aveva invece relegato a un 12° pari merito che lo ha costretto a ulteriori straordinari.

Ma come li ha fatti bene, quegli straordinari! In serie: 15° al Dunhill Links; 10° a Monza (con un bel 64 finale); 8° a Valderrama. In cifre significa 200mila euro in tre settimane contro 260mila in tutto il resto di stagione.

Quando si dice uno sprint finale… Nino è ormai maturato in pieno: è tecnicamente completo e caratterialmente solido.

È pronto per un altro salto di qualità. Speriamo di poterlo celebrare presto.

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