ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

L’attesa è finalmente finita. Del resto, l’aveva annunciato egli stesso, che la vittoria dipendesse solo da un colpo giocato meglio di un altro.

E ieri Phil Mickelson ha messo in campo solo colpi perfetti.

Quando Justin Thomas ha imbucato l’eagle alla 18 da fuori green, tutti erano convinti che il giovane americano avrebbe conquistato la terza vittoria stagionale.

Tutti tranne Lefty, che di battaglie ne ha giocate e vinte tante.

Ha centrato il birdie alla 15 e alla 16, che l’hanno portato in testa a -16 con Thomas, forzando così il playoff.

Ha vinto e non poteva andare diversamente.

Sia per il merito e l’impegno che ci ha messo in questi cinque anni. Sia perché tutti noi amanti del golf e del suo gioco, lo speravamo da ormai due anni.

Precisamente dal 2016, quando dopo quattro giorni di lotta durante il The Open Championship, dovette lasciare il primato a Henrik Stenson.

Lefty è la riprova che il golf non ha età. A 47 anni, ne compirà 48 a giugno, il campione americano è tornato alla vittoria dopo cinque lunghi anni.

Anni in cui ha rimesso in discussione sé stesso, cambiando coach e anche caddie.

Nel 2015 ha chiuso con Butch Harmon per iniziare una nuova collaborazione con Andrew Getson.

L’anno scorso, invece, ha deciso di chiudere col caddie Jim Mackay dopo 25 anni di collaborazione e di successi.

Non ha avuto paura dei cambiamenti, sapeva che lo avrebbero portato dove voleva.

I risultati sono iniziati ad arrivare già dal 2016, quando al Career Builder Championship chiuse in terza posizione.

Poi sono arrivati i secondi posti all’AT&T di Pebble Beach e al The Open Championship.

Senza dimenticare anche la strepitosa e decisiva performance alla Ryder Cup di Hazeltine.

Il 2017 è stato molto altalenante, segnato da due interventi a un ernia, subiti nell’inverno 2016.

Poi però qualcosa nel 2018 è scattato di nuovo.

Ha chiuso tre gare consecutive nella Top 6, con un quinto posto al Waste Management Open, un secondo posto a Pebble Beach e un sesto nel Genesis Open.

La vittoria era dietro l’angolo ed è arrivata nel modo migliore, con in sacca a consigliarlo il fratello Tim.

Con la quarta top 6 ottenuta ieri, Lefty sale di diritto al terzo posto della classifica FedEx Cup guadagnando quattordici posizioni.

“Credo che continuerò a migliorarmi ogni settimana,” ha dichiarato Mickelson.

“Penso che continuerò a giocare sempre meglio. Sto lavorando sulle cose giuste. Sapevo che sarebbe accaduto ma farcela per davvero è diverso.”

Si tratta della 43esima vittoria sul Tour e sembra che Lefty non abbia intenzione di fermarsi qui.

Cercherà a tutti i costi di arrivare a 50 trionfi, già a partire dal Masters di Augusta di aprile.

Manca un mese esatto all’inizio del primo Major stagionale e Mickelson è diventato di diritto uno dei principali favoriti.

“Occorre vincere in un torneo per vincere anche un Major,” aveva dichiarato dopo il Genesis Open.

Bene, il torneo l’ha vinto, ora può concentrarsi sul Masters.

Se vincesse la sua quarta Giacca Verde, sarebbe il più anziano giocatore della storia del Tour a farcela.

Più di tutti, anche di Jack Nicklaus che la vinse a 46. Ma non osate dargli del vecchio, i 47 anni non se li sente affatto. E si vede.

“Non mi sento di avere quell’età,” ha dichiarato. “Mi piace, è divertente, perché non tutti sono in grado di giocare a questi livelli alla mia età, ma non me la sento.

Il mio corpo sta bene, sto giocando il mio golf migliore. Sto giocando alcuni colpi meglio di quanto abbia mai fatto durante la mia carriera.”

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