ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

I cambiamenti climatici minacciano il golf e alcuni dei percorsi più antichi di questo sport.

Un problema sempre più reale, aggravato soprattutto dall’andamento meteorologico degli ultimi anni che prospetta un futuro terribile. L’Old Course di St. Andrews così come tanti altri, rischia di non esistere più.

La Climate Coalition, formata da più di 130 organizzazioni del Regno Unito che studiano gli effetti del cambiamento climatico, ha pubblicato un documento in cui viene certificato come l’aumento delle temperature può e avrà un impatto deleterio su alcune delle aree sportive più famose, compreso i percorsi, i campi da calcio e le piste da sci.

Secondo il documento, dal 2000 a oggi si sono verificati sei dei sette anni più umidi che il Regno Unito abbia mai registrato. Nuovi tipi di piogge, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento della forza delle tempeste, hanno già portato i percorsi situati sulle coste a dover risolvere gli effetti dell’erosione del terreno. E in futuro sarà solo peggio.

“Gli impatti dei cambiamenti climatici possono affliggere gravemente lo sport nel lungo periodo, soprattutto in Scozia,” recita il report.

Un’affermazione preoccupante, che è niente in confronto ai percorsi citati all’interno del documento. L’Old Course di St. Andrews, casa del golf e più volte sede del The Open Championship, ma anche Royal Troon, Royal Birkdale, Royal Liverpool, Royal Lytham & St. Annes, Muirfield, Royal St. George’s e Turnberry.

Nomi che in futuro potrebbero non esistere più insieme ai meravigliosi percorsi che li rappresentano. E vengono i brividi anche solo a pensarci.

La Climate Coalition ha utilizzato come caso di studio il percorso di Montrose Links, in cui il Mare del Nord si è avvicinato di ben 70 metri al campo solo negli ultimi 30 anni.

“Con l’innalzamento dei livelli del mare e il crollo della costa, non abbiamo più terreno in cui andare,” ha dichiarato Chris Curnin, direttore di Montrose. “Il cambiamento climatico viene spesso considerato un problema del futuro, ma è adesso che ci sta divorando il nostro percorso.”

Situato appena più a nord di St. Andrews e di Carnoustie, ha subito diverse modifiche per cercare d proteggere le buche dalla forza delle tempeste. Una vera muraglia di rocce è stata costruita introno al green della 1 e al tee della 2, e recentemente è stata rafforzata con ulteriori pietre per limitare i possibili danni.

Gli effetti del clima sono così critici, che persino la R&A è allarmata e viene citata anch’essa all’interno del documento della Climate Coalition.

“Non c’è dubbio che sia diventato un problema enorme,” ha affermato Steve Isaac direttore della gestione dei percorsi presso la R&A.

“Penso che il golf sia affetto dai cambiamenti climatici più di qualsiasi altro sport, insieme allo sci. Il problema va oltre le erosioni del terreno. Le buche sono spesso impraticabili, i percorsi rimangono chiusi in inverno ma anche in estate e i tornei professionistici sono spesso interrotti dalle piogge.

La minaccia futura è più che reale, con i direttori dei club costretti ad adattarsi per poter mantenere alte le condizioni dei campi. È una difficoltà che affrontiamo davvero seriamente.”

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