ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

La battaglia per accelerare i ritmi di gioco durante i tornei del Tour – e non solo – continua. Sembra che la Royal and Ancient abbia deciso di dare una svolta allo stallo creatosi negli ultimi mesi.

Lo scorso maggio, infatti, era stata pubblicata una guida da distribuire ai golfisti e ai club, per riuscire a eliminare il famoso “gioco lento”. All’interno del prezioso libretto, tra i tanti consigli, vi era l’uso del “ready golf”: una nuova regola semplice a dirsi e anche a farsi. Come suggerisce la parola stessa ready, consiste nel far giocare il golfista che è già pronto a effettuare il colpo, senza aderire strettamente alla più consueta regola del “tira prima chi è più lontano”.

Il Ready Golf era stato utilizzato con grande successo lo scorso anno durante l’Irish Close Championship dalla Golfing Union Irlandese. In questa stagione 2017, la R&A ha deciso di inserirlo all’interno delle 36 buche stroke play di qualifica all’Amateur Championship, che si svolgerà il prossimo giugno a Royal St George’s.

“Il ritmo di gioco è un argomento che abbiamo affrontato diverse volte negli ultimi dodici mesi”, ha dichiarato Slumbers. “E continuerò a parlarne con insistenza anche in questa stagione, perché è decisamente importante per lo sviluppo del golf”.

E quando si parla di ritmo di gioco, i professionisti del Tour sono i primi a essere sotto i riflettori. Più volte campioni come Jason Day o Jordan Spieth sono stati richiamati durante i tornei per il loro gioco lento ma il fatto pare non averli cambiati, anzi. L’ex numero uno al mondo Day, quando la R&A gli chiese di prendere con serietà la questione, rispose quasi spocchiosamente, che non gli interessava molto di accelerare il gioco. Eppure, secondo Slumbers, questi stessi campioni sono modelli per le giovani generazioni: esempi da imitare, quindi, il cui ritmo di gioco lento può influenzare negativamente i neofiti.

“Quando sei al livello dei professionisti, è ovvio che quegli stessi professionisti siano dei modelli, dei fantastici modelli per i giovani. Sono in salute, in forma, forti e hanno talenti incredibili. Ma il ritmo di gioco fa anch’esso parte di quei modelli. Penso, che dovremmo incoraggiare i Pro del Tour a capire come il ritmo di gioco faccia parte del loro essere esempi e non aiuti a far crescere il golf amatoriale, quando gli stessi giovani rallentano”.

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