La stampa americana ha sempre monitorato puntigliosamente le attività non istituzionali dei suoi Presidenti della Repubblica durante i rispettivi mandati.
Proverbiale fu l’accanimento nel contare ogni singola uscita golfistica di Dwight Eisenhower che, non a caso, aveva fatto realizzare un putting green nei giardini della Casa Bianca.
E anche le parentesi golfistiche di John Kennedy passavano sotto la lente d’ingrandimento dei giornali, pur se spesso, in realtà, servivano a mascherare le sue scappatelle sentimentali.
Però, adesso, l’avvento di internet e dei social media sta sottoponendo Donald Trump a un vero e proprio pedinamento elettronico, con tanto di statistiche, grafici, proiezioni e costi della sua attività golfistica.
È nato addirittura un sito (www.trumpgolfcount.com) che elabora tutti i dati.
Se ne ricava che, sulla base delle partite già giocate dal giorno del suo insediamento, Trump arriverà a un totale di 340 a fine mandato con un’ulteriore proiezione di 678 in caso di rielezione.
Si fa notare che Obama, in otto anni di presidenza, è andato in campo 306 volte, privilegiando campi militari (61,5%) e pubblici (18,5%), giocando in club privati solo il 20% delle volte.
Molto più facile la statistica per The Donald: 100% su campi privati.
Anche perché sono tutti suoi.