ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Di Stefano Boni

L’anno che sta per concludersi ha visto, tra suoi momenti salienti, la disputa della Ryder Cup e il ritorno della Coppa dall’altra parte dell’Atlantico, dopo otto anni.

Ma c’è un aspetto dell’epica sfida in cui l’Europa resta al momento imbattuta: l’iniziativa Green Drive, che interessa la Ryder Cup ogni volta che questa si disputa nel nostro continente.

Un percorso iniziato nel 2010 al Celtic Manor, quando Ryder Cup Europe e Golf Environment Organization presero l’impegno di creare un protocollo per mitigare l’impatto ambientale di quello che è uno degli eventi sportivi più importanti al mondo e che richiama in pochi giorni sul posto oltre 200 mila spettatori.

Da allora, attraverso Green Drive, questo torneo che si disputa dal 1927 si è proiettato in avanti incentivando l’uso dei trasporti pubblici e del Park & Ride, selezionando fornitori locali, perseguendo una politica di rifiuti ZERO e facendosi portavoce del rispetto ambientale con l’organizzazione di incontri di sensibilizzazione collaterali all’evento.

Ovviamente anche l’Italia nel 2022 al Marco Simone farà la sua parte e possiamo già da ora affermare che segnerà nuovi standard per aspetti come la mobilità sostenibile, l’approvvigionamento locale, l’educazione al rispetto dell’ambiente e non ultima la tutela del patrimonio storico, dato che è previsto il recupero della villa romana situata a lato della buca 18.

Ma il Golf Italiano in previsione della Ryder ha deciso di andare oltre e di estendere l’iniziativa Green Drive anche ai futuri Open nazionali. Così, mentre il nostro Chicco Molinari vinceva nuovamente l’Open di casa, al Golf Club Milano si è presentato il project manager per Green Drive Eric Duea, accompagnato dallo staff della Sezione Tappeti Erbosi della FIG, allo scopo di valutare l’attuale livello di sostenibilità dell’evento e della sede in cui si è disputato, e di fornire delle linee guida per le prossime edizioni.

In base alla visita e al report prodotto e inviato a fine anno alla Federazione sono emersi molteplici punti di forza dell’edizione 2016 dal punto di vista ambientale. Per esempio, l’Open di quest’anno si è distinto per l’incentivo a utilizzare il treno, grazie a un accordo con Trenitalia che prevedeva l’acquisto di biglietti a prezzi scontati. È stato poi apprezzato il fatto che le zone ospitalità fossero state sottoposte a un’attenta valutazione paesaggistica e realizzate in modo da salvaguardare il suolo e l’importante patrimonio arboreo che il circolo, iscritto a GEO, da sempre tutela in collaborazione con il Parco di Monza. Tutte le strutture temporanee, inoltre, erano state progettate in maniera da massimizzare l’illuminazione naturale e costruite con materiali in massima parte riutilizzabili. Tra i punti di forza di questa edizione è da annoverare anche la filiera di approvvigionamento, basata principalmente sul mercato locale.

È stato sottolineato inoltre l’impegno sociale del nostro Open, che ha lavorato per rendere accessibili le strutture ai disabili e ha conferito ogni giorno generi alimentari a istituti di carità locali. Il fatto che un’intera zona del campo (quella che abitualmente è l’area di pratica del circolo) sia stata destinata alle nuove generazioni per attività ludico-sportive, poi, è stato definito un esempio da esportare in altri eventi del Tour maggiore.

Un Tour che nei prossimi anni potrà vantare un Italian Open non solo più ricco ma anche certificato Green Drive.

Stefano Boni

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