ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

È stato un processo lungo, ma è sembrato durare un attimo. La “vecchia scuola” del golf mondiale (i vari Tiger Woods, Phil Mickelson, Lee Westwood, per citarne alcuni) si sta vedendo superare da una nuova, straordinaria generazione di fenomeni.

Dopo la vittoria di Day al PGA Championship, infatti, abbiamo per la prima volta nella storia del nostro sport una top-3 mondiale interamente sotto i 27 anni. (McIlroy 26, Spieth 22 e Day 27). I 3 giovani campioni, inoltre, hanno portato a casa 5 degli ultimi 6 Major.

Alle loro spalle, comunque, una lunga schiera di giovani talenti si sta guadagnando sempre maggior attenzione nel panorama golfistico mondiale. Basti pensare che nell’ultimo PGA Championship vinto da Day, ben 9 dei primi 11 giocatori in classifica erano under-30.

“Il gioco è in buone mani”, ha commentato recentemente Phil Mickelson. “Abbiamo un bel gruppo di ragazzi che non sono solo ottimi giocatori, ma anche ottime persone”.

Fra questi, per esempio, come non citare Rickie Fowler: il giovane americano, recentemente vincitore dell’Aberdeen Asset Scottish Open, a 26 anni è già un esperto di Ryder Cup con le sue due presenze per la squadra a stelle e strisce ed è attualmente al 6° posto nella classifica mondiale.

Persino nel golf, in cui la carriera di un giocatore dura circa il doppio rispetto a qualunque altra disciplina, nulla è per sempre. A parte qualche sporadico e commovente momento “amarcord” (come la corsa di Tom Watson all’Open Championship di Muirfield, qualche anno fa), le generazioni passano e i campioni lasciano spazio ai nuovi arrivati. Ben Hogan e Sam Snead fecero spazio ad Arnold Palmer e Jack Nicklaus, che passarono il testimone a Tom Watson e Seve Ballesteros, che poi furono scalzati da Mickelson e Tiger Woods. A quanto pare, stiamo vivendo il culmine del nuovo ricambio generazionale.

Ecco una statistica impressionante: Woods, Mickelson, Stricker, Ernie Els, Jim Furyk e Vijay Singh (dominatori del golf anni ’90 e 2000), hanno vinto una sola volta, complessivamente, nelle loro ultime 354 apparizioni. Singh è a secco da 163 tornei, Els da 68, Stricker da 50, Mickelson da 42 e Woods da 21. Solo Jim Furyk è riuscito a trionfare nel recente RBC Heritage.

Massimo rispetto per i senatori del nostro sport, sia chiaro. I cambiamenti sono inevitabili… ma non cancellano le imprese di chi ha scritto la storia precedentemente.

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