ST LOUIS, MO - AUGUST 09: Francesco Molinari of Italy waits to play his tee shot on the 17th hole during the first round of the 100th PGA Championship at the Bellerive Country Club on August 9, 2018 in St Louis, Missouri. (Photo by David Cannon/Getty Images)

Se telefonaste alla Hamilton Tailoring Company, una nota sartoria di Cincinnati, Ohio, non sareste accolti da una voce registrata, né da una gentile segretaria che si esibisce nel più classico dei: “Hamilton Tailoring Company, how can i help you?”. Con ogni probabilità, a rispondervi potrebbe essere direttamente il presidente Ed Heimann, da 50 anni a capo della società. Niente di strano, effettivamente la Hamilton Tailoring Company è una piccola realtà di stampo tradizionale, con pochi dipendenti e senza nemmeno un proprio sito internet. Ma una particolarità ce l’ha: dal 1967, ogni anno, produce l’oggetto più iconico nella storia del golf: La Green Jacket.

La storia della Giacca Verde, tuttavia, inizia ben prima della comparsa della Hamilton Tailoring, precisamente nel 1949, quando il vincitore Sam Snead, per la prima volta, la riceve come premio per la sua vittoria nel Masters. Fino ad allora, la giacca verde era indossata solo dai soci di Augusta per distinguersi dalla folla durante la settimana del torneo, cosicché fossero identificabili dagli ospiti come “affidabili fonti di informazione”. Nel 1949, la giacca fu retroattivamente assegnata a tutti i vincitori del passato. Quella con il nome di Horton Smith (primo vincitore della storia) cucito all’interno, è stata battuta all’asta un paio di anni fa per 682.229 dollari. Il povero Smith si rivolterà nella tomba, considerando che il suo premio vittoria fu di soli 1.50o dollari.

Da più di 60 anni, quindi, i migliori golfisti al mondo si sfidano all’Augusta National, sognando di poterla indossare. Mentre lo fanno, il comitato di gara stima le misure di quei 3 o 4 giocatori in contention per la vittoria, in modo da trovare, fra le giacche dei soci, quella adatta per la cerimonia conclusiva. Proprio così: la green jacket che il vincitore indossa durante la premiazione non è la Green Jacket (ossequiosamente in maiuscolo) che si porterà a casa per il suo successo, ma solo una presa in prestito da un socio. Solo in un secondo momento, dopo aver preso le misure del campione, “quella vera” sarà prodotta su misura. Il vincitore potrà tenere la giacca per un anno esatto, indossandola quando vuole. Dopodiché potrà indossarla solo sul terreno dell’Augusta National.

Ultima curiosità, che permette di cogliere il vero valore di questo Santo Graal dello sport contemporaneo, è che, una volta ricevuta la Green Jacket con il proprio nome cucito all’interno, un giocatore non potrà mai più riceverne un’altra, indipendentemente da quante volte vinca il Masters.

Un filosofo tedesco dei primi del ‘900, Walter Benjamin, sosteneva che “un’opera d’arte, se riprodotta, perde la sua autenticità e si trasforma in un oggetto di consumo. L’opera d’arte, in quanto tale, esiste solo ‘qui ed ora’ e la sua irripetibilità ci permette di percepirne l’aura e la grandiosità”. Non credo che Benjamin potesse immaginare che questa sua riflessione, un giorno, avrebbe potuto essere applicata ad una semplice Giacca Verde.

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